I motori a curvatura tra scienza e fantascienza

In realtà se non ci fossero i motori a curvatura, o i salti nell’iperspazio, probabilmente la fantascienza sarebbe molto più povera: non esisterebbe saghe sci-fi tra le quali Star Trek e Guerre Stellari, ma anche i Guardiani della Galassia avrebbero i loro problemi.

Ma il punto è: avremo mai la possibilità di viaggiare più veloci della luce? O per lo meno potremo avvicinarci a quella soglia che la teoria della relatività impone come insuperabile? Che ci crediate o no oggi siamo un po’ più vicini a questa possibilità di quanto lo eravamo 50 o 60 anni fa, e quella che a molti può sembrare solo una trovata fantascientifica, un escamotage per giustificare la narrazione, molti scienziati la prendono molto seriamente. Comunque diciamo subito che forse il primo ad essere felice, all’indomani di un simile traguardo,  sarebbe Einstein stesso.
Certo quando dal Cern (era il 23 Settembre del 2011) annunciarono che i neutrini si erano mossi più velocemente della luce fu un vero e proprio terremoto, questo perché il neutrino è comunque dotato di massa e per questo, seguendo la teoria della relatività, non dovrebbe essergli possibile correre così velocemente. Infatti la notizia si risolse tempo dopo con la scoperta che vi era stato un errore nelle misurazioni… ahimè, punto e a capo.

Nel frattempo noi comuni mortali continuiamo a vedere in TV e su Internet il celebre discorso del presidente degli Stati Uniti J.F. Kennedy, con il quale annunciava alla nazione e al mondo intero che saremmo arrivati sulla Luna. Fu infatti così tra la fine degli anni ’60 e i primissimi anni ’70, sei missioni che si pensava fossero solo l’inizio di una sempre più marcata presenza dell’uomo nello spazio.

Del resto, se si guarda la fantascienza del tempo è eclatante il caso di Spazio 1999, tipico esempio sci-fi divenuto fantastoria, nel quale si ipotizzavano missioni su Saturno nei primi anni ’90 ed una Luna stabilmente occupata dall’uomo con tanto di base lunare (sebbene utilizzata come immondezzaio di scorie radioattive).

Come sappiamo niente di tutto questo avvenne (e a dirla tutta, fortunatamente, anche Star Trek “fallì” la predizione delle “guerre eugenetiche” che sarebbero dovute avvenire nella prima metà degli anni ’90, così a Ricardo Montalban non rimase che dismettere i panni di Khan e ritirarsi su Fantasilandia insieme al fido Tattoo).

L’esplorazione spaziale ha invece subito bruschi rallentamenti rispetto alle aspettative e ad oggi non siamo ancora tornati sulla Luna, mentre su Marte abbiamo depositato alcuni rover e grazie alla sonda Cassini abbiamo scoperto che Plutone, declassato a pianetino, ha sulla sua superficie un’enorme sylouhette che ricorda l’immagine di…Pluto, lo so, è un po’ inquietante.

Scherzi a parte, le notizie che ci arrivano dallo spazio sono sempre estremamente affascinanti, in questi anni, grazie a telescopi come Kepler, abbiamo scoperto tanti di quei pianeti extrasolari, molti simili alla terra, che ormai non fanno nemmeno più notizia e siamo più o meno tutti concordi nello accettare la possibilità di vita extraterrestre, data ormai praticamente per scontata.

Molto dobbiamo ancora scoprire, ma conosciamo molto di più dell’Universo e dei suoi misteri, manca la prova diretta, il toccare con mano e a ciò saremo vincolati fin quando non supereremo i limiti imposti dalla Relatività.

Ma come detto, il passare del tempo (e forse qualche film e telefilm visti qualche volta di troppo) hanno spinto molti scienziati a sviluppare teorie e studiare metodi per superare quel limite o quantomeno accorciarne le distanze. Tra questi ovviamente merita menzione Miguel Alcubierre che nel 1994 teorizzò la possibilità di muoversi nello spazio, superando la velocità della luce, senza tuttavia infrangere la Relatività; provate un po’ ad immaginare in che modo? Curvando lo spazio tempo davanti e dietro un’ipotetica nave spaziale.

Per restare su temi cari alla mitologia Trek, un altro argomento oggetto di studi sono i cosiddetti Ponti di Einstein-Rosen, detti anche Wormhole o, se fossimo su Bajor, Tempio Celeste. Non è altro che una fenditura nel normale tessuto dello spazio tempo, che si collega con un altro punto, creando una vera e propria scorciatoia…insomma, un tunnel spaziale.

Ma qualcosa di meno teorico e più pratico ne abbiamo allo stato attuale? Ebbene si, anzi, no, anzi, forse. Il progetto più promettente della Nasa (o chi per loro) è l’EM Drive, attenzione… fermi tutti, dove l’ho sentita questa? Ma nella serie televisiva Salvation! La trama in due parole: “la Terra è minacciata da un asteroide e un genio miliardario (ma non playboy filantropo) che risponde al nome di Darius Tanz, incaricato dal governo degli stati uniti escogita come soluzione la realizzazione di un EM Drive. C’è solo un piccolissimo problema: per farlo funzionare occorre un elemento che sulla Terra non esiste”.

Questa la Fiction, nella realtà dell’EM Drive si parla da almeno 20 anni, soprattutto perché in barba alla terza legge di Newton sembrava stesse superando tutti i test a cui veniva sottoposto promettendo di raggiungere Marte in 70 giorni e sperare in missioni ben più ardite. Poi un bel giorno, l’anno scorso, l’università di Dresda ci riporta sulla Terra a velocità di curvatura dimostrando che l’EM Drive non funziona, addio (o per lo meno arrivederci). Allora ecco pronto (si fa per dire) il VASIMIR, su Marte in 39 giorni con il non trascurabile vantaggio di risparmiare molto carburante.

Purtroppo, al momento, le ultime notizie risalgono ad un anno fa quando si prevedevano alcuni test sulla ISS poi sospesi, e così, tra vele solari (molto fattibili nella pratica ma che difficilmente ci farebbero arrivare fino a Cardassia) e accelerazioni da terra, al momento siamo ancora a piedi anzi, peggio, gli Shuttle sono in disuso e tra non molto tempo anche la Stazione Spaziale Internazionale dovrà andare in pensione.

Il futuro esplorativo, che sognavamo vedendo gli episodi di Star Trek, è purtroppo legato anche alle leggi del dio denaro, e non sempre a quelle dellla fisica,  non sempre il progresso tecnologico riesce ad evolversi costantemente come ci si aspetta. Spesso si ripone fiducia nell’iniziativa di facoltosi privati, primo tra trutti Elon Musk, che con i propri mezzi riescono a smuovere l’interesse dell’opinione pubblica.

Intanto la Nasa progetta di riportare l’uomo sulla Luna nel 2024, ben 52 anni dall’ultima missione Apollo, possiamo solo confidare che la lunga attesa faccia da preludio ad un futuro più concreto per l’esplorazione diretta dello spazio, con il conseguente raggiungimento di una maggiore consapevolezza da parte dell’essere umano.

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